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Biennale Venezia 2017

ISHINE Biennale di Venezia 2017 Padiglione Magazzini del sale

Un racconto per Venezia
Spedali Civili di Brescia 2016/2017. Il lavoro di arte contemporanea progettato per i nuovi spazi della Breast Unit si presenta con un imperativo categorico, “Io devo brillare”, e rappresenta un diverso modo di celebrare la forza,un invito a valorizzare la propria condizione,di qualunque natura essa sia,una sollecitazione a trovare,persino nel dolore,motivo ed energia per affermarsi, assumendo su di se’sino in fondo e come una sfida il peso della necessita’. E’ quanto basta per divenire preziosi. Di certo di fronte a se’ stessi,forse anche per gli altri.
In questa dimensione si pongono i lavori di Barbara Vistarini, trasportati direttamente dagli spazi dell‘Ospedale Civile di Brescia, attraverso una sorta di rituale iniziatico, a Venezia, attraverso l’acqua. Ed è proprio l’elemento liquido dell’acqua, simbolo di vita, di trasformazione e di una saggezza superiore guidata dalle leggi della Natura che le due location si incontrano: un ospedale luogo di cura del corpo e una tradizione artistica, la Biennale, legata ad una città antica come Venezia, cura dello spirito. L’applicazione delle arti visive in campo medico si inserisce all’interno della ricerca di Barbara, come essa sottolinea “sulle connessioni,in ambito artistico, tra discipline e ambiti professionali e di ricerca diversi tra di loro”. Gli elementi eletti dell’installazione che ha per titolo A.T.A. sono l’acqua, la terra e l’aria. Il paziente o qualunque altro fruitore entra in un primo spazio, nell’ingresso del reparto, sul quale sono proiettate immagini verticali di un ruscello che scorre al rallentatore. La visione dell’acqua dorata dal sole che fluttua lentamente ha l’intento di donare pace e tranquillità, di invitare il paziente a lasciarsi andare ai nuovi ritmi dell’anima, di rallentare il passo per acquisire coscienza del nuovo stato.La videoproiezione non è che il pretesto per entrare in un luogo, scenario di una sorta di rito iniziatico attraverso l’acqua, per scoprire un nuovo tempo. Il pubblico trova quindi un’istallazione di forma ellittica con la raffigurazione del cielo, una sky sculpture metallizzata che dà la metaforica possibilità di modellare e trasmettere ciò che è astratto e impalpabile, come generalmente il malato immagina la malattia. Verso  questo ideale spazio, meta finale dell’installazione e lungo tutto il corridoio dei nuovi spazi Breast, si snoda un libro scultura “legenda”, che il pubblico può aprire per ammirare il suo movimento ritmico tra le immagini di fili d’erba di un prato.
In occasione dell’evento dal titolo “Charter”, nel nuovo Padiglione dei Magazzini del Sale, diretto e curato da Giorgio Gregorio Grasso, inizia un racconto che esalta le capacità umane di rivincita sulla malattia, “I Shine”, e indica la strada che ci conduce ad una sensibilità tutta nuova all’interno delle strutture ospedaliere e la consapevolezza che il contatto con l’arte costituisce una motivazione di forte ripresa per i pazienti. L’essenza della creatività così espressa, foriera di Bellezza e di nuovi significati in vista di un “risplendere”, diventa garante della connessione forte al contesto di vita, all’arte e alla propria personale esperienza.
Rolando Bellini critico d’arte e direttore di due edizioni della New Florence Biennale

A tale to Venice
Spedali Civili di Brescia 2016/2017 Spedali. The contemporary art work designed for new spaces of the Breast Unit shows a categorical imperative, “I have to shine”, and is a different way to celebrate the strength, an invitation to value their condition, of any nature whatsoever, solicitation to find, even in pain, reason and energy to establish itself, taking upon himself and until the end as a challenge, the weight of needs’. It’s ‘just enough to become valuable. Certainly in the face of ‘themselves, perhaps for others. In this dimension will pose the works of Barbara Vistarini, transported directly from the Civil Hospital of Brescia, through a kind of initiation ritual, in Venice, across the water. And it is the liquid element of water, symbol of life, of transformation and of a higher wisdom guided by the laws of Nature that the two locations meet: a hospital place of body care and an artistic tradition, the Biennale, tied an ancient city like Venice, care of the spirit. The application of visual arts in the medical field is part of Barbara’s research, as it emphasizes “the connections, in the arts, between disciplines and professional fields and different search among them.” The chosen elements of the installation which is entitled “A.T.A.” are water, earth and air. The patient or any other user enters a first space, in the entrance of the department, on which images are projected vertical to a stream flowing in slow motion. The golden vision of water from the sun floating slowly has the intent to give peace and tranquility of the patient to indulge in new soul rhythms, slow down the pace to become aware of the new projection a new state. The video proiection is a pretext to enter a place, the scene of a kind of initiation rite through the water, to find a new time. The public is therefore an installation of an elliptical shape with the depiction of the sky, a sky metallic sculpture that gives the metaphorical ability to model and convey what is abstract and
intangible, as is generally the patient imagines the disease. Towards this ideal space, installation and final destination along the corridor of the new spaces Breast, leads a sculpture book “legenda”, which the audience can start to admire its rhythmic movement between the grass of wires pictures of a meadow. At the event entitled “Charter” in the new Hall of Salt warehouses, directed and edited by Giorgio Gregorio Grasso, it begins a story that highlights the human capacity for revenge on the disease, “I Shine”, and points the way It leads us to a whole new sensibility within hospitals and the knowledge that contact with art is a motivation strong recovery for patients. The essence of creativity as expressed, fraught with beauty and new meaning in view of a “shine”, becomes the guarantor of the strong connection to the context of life, art and personal experience.
Rolando Bellini art critic and director of two edition of New Florence Biennale