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Quattro anni fà a Milano.Incontro con Ettore Sotsass.
Avevo preso appunti sul nostro incontro. Non li ho più. Rimangono impressi nella mente un insieme di dettagli, particolari della persona fisica. Ma soprattutto emozioni.



RED 2008
Quattro anni fà a Milano.Incontro con Ettore Sotsass.
Avevo preso appunti sul nostro incontro. Non li ho più. Rimangono impressi nella mente un insieme di dettagli, particolari della persona fisica. Ma soprattutto emozioni.
La vita dei frammenti direbbe Fernand Legèr. Un codino bianco raccolto in un elastico colorato;un maglione verde melange ,morbido alla vista;la parola arte tanto temuta. Ricordo perchè ero lì: mi aveva condotto nel suo studio l’occasione di un progetto curato dallo storico dell’arte Rolando Bellini ,che aveva come obbiettivo quello di riunire in una sorta di arena elettronica quattro geni dell’architettura ed io ero chiamata ad imprimerne le tracce video. In realtà avevo di fronte un uomo che mai,in nessun momento,mi fece sentire il peso della sua leggenda; una grande mente creativa ma soprattutto un architetto(come lui teneva a precisare ). Visitammo il suo studio vagando fra i suoi lavori in religioso silenzio.Riappaiono flash di modellini, frammenti di sue fotografie mentre sfoglia cataloghi.Ritornano alla mente come sacre icone.E l’impressione, forte ancora oggi, di aver ricevuto di quest’uomo qualcosa,oltre alla sua squisita disponibilità, a me già così famigliare:l’anima che ogni grande designer deposita per intero in ogni suo progetto.Non era il nostro primo incontro: l’avevo sempre avuto vicino, nella mia VALENTINE.

Barbara Vistarini si è misurata con Parole e Musica, un Atto Radiofonico di Samuel Beckett.
A sua volta questo atto radiofonico impersonato da Costanza Daffara, alias Parole, Patrizio Rossi, Croak e Renata Mocci, Musica, duetta di volta in volta con un ampio programma musicale: de Selma e Salaverde, Ortiz, Bach, Marais, Forqueray. Sennonché proprio il testo visivo scandito da due video-opere di Vistarini finisce per farsi metafora concettuale dell’intera serata. In esso, nelle due distinte, ma correlate, videopere si ha difatti sintesi del parlato beckettiano e del musicato, sia pure attraverso una loro traduzione simbolica aspra e dolce, forte e delicata. Un lavoro artistico crudo e al tempo stesso di rara raffinatezza e perciò delicato e fragile, prezioso e fragrante come un rosso garofano. Il primo atto di questa opera visuale duale presenta in una visione scandita da una impaginazione triadica orizzontale mani che, viste dall’alto, suonano tamburellando sopra una rossa superficie. Mani che recitano il lavoro della battitura a macchina di una dattilografa virtuale che segue un ritmo di danza. Mani che si dilatano e si alterano; mani che danzano sopra un piano scarlatto… Il secondo atto propone invece un’unica inquadratura a tutto campo, con eguale vista dell’alto. Ancora una volta queste bianche, affusolate mani si muovono toccando, ma questa volta senza danzare, delicatamente, la rossa superficie del piano toccando la superficie scarlatta del piano queste mani si macchiano di rosso, di un rossosangue che le spaventa, che le sorprende, che le immobilizza e le ammutolisce. Come non trovare in tutto questo la parola di Beckett. E come non vedere l’incontro di questa parola beckettiana con la musica e ancora, per finire, la parola e la musica nell’incontro felicitante con l’arte visiva.
Questa videoarte di Barbara Vistarini.

Estratto dal catalogo Gaudete Festival / Gaudete in Arte
11 Artisti x 11 Concerti Palazzo d’Adda Varallo (VC) Settembre 2011