E’ un progetto che prevede la mescolanza di discipline diverse come la museologia del tempo presente, la storia dell’arte contemporanea, l’estetica contemporanea,la performance, lo sport e il fashion, “coalizioni temporanee” che formano il tessuto dell’arte contemporanea piu’ attuale in relazione a scenari metropolitani e aree sperimentali come il design. Una riflessione sulle pratiche del CORPO concettuale, fisico, post lacaniano ma anche trasfigurato in un oggetto di DESIGN di nuova generazione. Il corpo messo in gioco dalla PERFORMANCE non é più veramente investito dall’utopia moderna: non e’ il corpo meccanico, robotico dell’era moderna ma il corpo multiplo post moderno, flaneur in un mondo in cui la certezza, l’unicità e la coerenza sono state rimpiazzate dal dubbio, dalla molteplicità, dalla frammentazione e dalla instabilità. Creando una sorta di IBRIDAZIONE (tipico processo post moderno), proprio perché la totalità del mondo non può essere compresa all’interno dello spazio di una creazione, le esperienze si scompongono e si frammentano per assemblarsi in un aggregato composito senza che si tratti peraltro di cercare la quintessenza di un’ arte totale. Il corpo protagonista di questo progetto attiva un nuovo tipo di linguaggio che racchiude diverse esperienze che si contaminano tra di loro accomunate dall’elemento della fatica e della sofferenza. E’ un lavoro sul limite fisico (la sfida) che inevitabilmente coinvolge anche l’abito come rivestimento del corpo (penso agli abiti tecnici a brandelli degli ultra trail che si consumano e si lacerano come il corpo) (azzardo una considerazione: sfida al limite fisico vedo anche “il passaggio di genere” il travestimento. Es: la doppia identita’ di Duchamp, Rose Selavy, resa possibile attraverso l’abito).
Ma anche un gioco di identità: riprendo la mia vecchia identita di modella e la sovrappongo a quelle nuove di artista e maratoneta. Il MOVIMENTO (strumento esperenziale) definisce le caratteristiche della nuova identità “composita” Ho tratto ispirazione dallo sport in cui la centralità del corpo e’ fondamentale e punto di contatto con la moda e con la performance. Storicamente rispetto a queste tre discipline la centralità del corpo ha cronologie diverse. Se il corpo e’ l’elemento irriducibile per lo sport fin dagli albori ,non e’stato cosi’ per l’arte e la moda. Nel 1961 Manzoni inscatola le proprie feci dichiarando che anche un prodotto del corpo e’ un atto creativo,e’ creazione. (una provocazione che innesca un processo diverso da quello legato alla natura del bisogno fisiologico e che diventa altro, linguaggio,sistema di segni, cultura,estetica.) Nella moda emerge la questione del corpo solo negli anni ’80, epoca in cui il corpo diventa il modulo fondamentale.Prima la forma dell’abito e’ la forma del corpo modificato (l’abito ad H degli anni ’60 o della crinolina). Negli anni ’80 l’abito come forma sparisce. Negli anni ’70 , epoca della CONTROMODA, del POST FASHION, della contro cultura, l’abito viene svuotato diventa vuoto feticcio, e senza l’abito resta il corpo. Non e’ piu’ l’abito che significa l’uomo ma l’uomo che da un senso all’abito (il jeans e’ il significante puro=grado 0 dell’abito). Cambia il significato di ciò che voglio raccontare e lo faccio attraverso il corpo.
Barbara Vistarini
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Foto ufficiali Roberto Ricci per Accademia di Belle Arti di Brera
Una iniziativa dell’Accademia di Belle Arti di Brera Milano, primavera 2015
Progetto didattico di performance creato per un percorso di workshop sulle tecniche e procedura dell’arte contemporanea, con la collaborazione della Cattedra di Museologia del Contemporaneo, Prof. Rolando Bellini, durante il secondo semestre dell’anno accademico 2014-2015.
Con il sostegno di Mico Sport, (sponsor olimpico) per l’abbigliamento tecnico della performance
Staff tecnico:
- Roberto Ricci per le immagini ufficiali
Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la Città metropolita di Milano Palazzo Arese Litta - Claudio Cominelli e Lorenzo Colombo per i contributi foto, video e progetto grafico
- Gli studenti che hanno partecipato attivamente:
Gianmario Plebani, Ludmila Mladenova, Matteo Pizzolante, Emanuele Amici, Valentina Gelain, Bekim Hasaj, Fabio Elia, Flavia Discacciati, Martina Dibella, Valerio Cerasani, Tommaso Campini, Lu Jie Di, Hu Xue Ting, Zhanh Meng Yao
Un ringraziamento speciale al Direttore dell’Accademia, Fernando De Filippi;
al Professor Rolando Bellini docente della cattedra di Storia dell’arte Contemporanea e della Cattedra di Museologia del Contemporaneo;
a Giovanni Setti, International Sales Director Mico Sport
Aula workshop progetto Breraten 2014-2015
Frame performance Breraten frame e foto Claudio Cominelli e Lorenzo Colombo
Backstage still video Ludmilla Madenova 24 aprile 2015
Cortile Accademia di Belle Arti di Brera e Fontana Monumentale di Aldo Rossi in piazzetta Croce Rossa, Milano