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E il corpo, con la pelle: e il cinema, la fotografia e l’interattività, si ricongiungono in quest’ultimo lavoro di Barbara Vistarini, l’installazione Between the legs (2009) estensione multimediale del video Dieci gradi del 2008.

        




Betweenthelegs Torino 2010

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Estratti dal catalogo:
…E il corpo, con la pelle: e il cinema, la fotografia e l’interattività, si ricongiungono in quest’ultimo lavoro di Barbara Vistarini, l’installazione Between the legs (2009) estensione multimediale del video Dieci gradi del 2008.
Con grande rispetto per i corpi esposti alla calura estiva, ma non senza delicata ironia, nel video l’artista “spia” i passanti su una spiaggia in vacanza al mare attraverso un varco inusuale, uno “spioncino” inatteso: la fessura – a forma di taglio quasi vaginale, un angolo di dieci gradi – che essa crea col suo corpo, divaricando leggermente le sue stesse gambe. Dalla “finestra sul cortile” alla “finestra tra le gambe” è un passaggio tra opere e linguaggi audiovisivi non di poco conto!: con tutte le conseguenze metaforiche e di teoria cinematografica che ne potremmo trarre.
In questo caso la macchina da presa osserva impassibile e senza mostrarsi i volti e i corpi che le passano di fronte (una specie di candid camera tv) lasciando che lo spettatore del video si immerga nel meccanismo – anche di  suspence – innescato dalla aleatorietà nel tipo di figure che passano davanti alla camera nascosta: e interpreti tra sé e sé il senso di quell’ossessivo “pong” elettronico, da videogame primordiale, che ne costituisce il sonoro.
Ciò che tuttavia più conta – in sintonia con la passione per la geometria della Vistarini, la quale anche nell’installazione procede per misurazioni goniometriche, partendo dai 10° di angolazione delle gambe a dei virtuali 180° fin dalle varie Sezioni della mostra (dalle proiezioni d’archivio al video alle stampe fotografiche) – è che, attraverso la fessura lasciata tra le sue gambe riprese in controluce, l’artista “inquadra”: mette “in quadro” la natura (i corpi e i volti e il mare) così videografati. …

È un operazione culturalmente molto raffinata ed espressivamente forte questa messa in atto, forse anche istintivamente, da Barbara Vistarini. Un “effetto speciale”, tratto dall’archeologia del linguaggio cinematografico, rivisitato in epoca digitale, riportato a nuova luce e a nuovi significati dall’incrocio con la corporeità, la Gender Theory, la Body Art, la sensibilità femminile.
Mezzi tecnici ed estetiche dei primi anni del Novecento si abbracciano così con l’ispirazione performativa degli anni Settanta e le estetiche e i mezzi tecnici degli anni Zero del Duemila: in una “parola” artistica inedita, in un “effetto” davvero, e non solo superficialmente, “speciale”.

Marco Maria Gazzano
docente di teorie ed estetica del cinema e dei media, storico delle arti elettroniche all’Università degli Studi Roma Tre