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La mostra antologica di Barbara Vistarini, a cura di Vera Agosti, negli spazi di Azimut Wealth Management, dal 10 maggio al 30
giugno 2018, si sviluppa intorno al tema della bellezza. Il titolo, “Be Beautiful”, annuncia già il modo in cui l’argomento viene declinato: un imperativo categorico che non lascia scampo e tuttavia una barra di cancellatura lo trasforma in un paradossale punto di partenza per una possibile, disperata, inversione di rotta.

Il 15 gennaio 2018 Barbara riceve il libro “Evolution, l’Unita’ nelle Diversità” da Lucrezia De Domizio Durini, sua mentore durante l’apprendistato nel mondo dell’arte ed erede del patrimonio artistico di Joseph Beuys. Nasce l’idea di ripercorrere, attraverso una selezione dei propri lavori degli ultimi dieci anni, le fasi del percorso di ricerca di Barbara sulla bellezza ed i valori ad essa inerenti.
Un’evoluzione, appunto, come suggerito da Lucrezia, del concetto di bellezza che l’artista esprime nei suoi ultimi elaborati come un “lasciarsi andare a nuovi ritmi dell’anima e scoprire un nuovo tempo per accedere a valori genuini e condivisibili in termini estetici ed etici”. Da parte dell’artista la scelta dell’argomento è frutto di alcuni interessi di lungo corso. Il primo è per le ricerche artistiche del secondo dopoguerra che “hanno ripensato una nuova estetica in termini di estensione fisica coinvolgendo il corpo dell’artista e lo stesso corpo come segno tangibile dell’identità socio-culturale dell’epoca”. Il secondo interesse è per il mondo della Moda di cui Barbara è stata protagonista e testimone per un lungo periodo tra gli anni 80 e 90. Esperienze di vita vissuta all’interno del mondo del fashion, il modo della fruizione d’esso, nonché le stigmate impresse dal duro lavoro di resistenza fisica e morale, hanno costituito le fondamenta del lavoro di Barbara. “Essere portatori di bellezza come obbligo professionale e sociale è un lavoro quotidiano e certosino che non ammette distrazioni”. Erano gli anni in cui lo zio Toti produceva i primi videopoemi e Barbara già preparava a livello embrionale, tra la nuova arte elettronica ed il fashion design, le basi per la sua ricerca artistica a venire. Ne risulta un insieme di voci che costituiscono una variegata panoramica della ”complessità contemporanea” dell’opera dell’artista, all’interno della quale già emergono differenze significative tra i periodi di ricerca in questione.

Sia dal punto di vista tematico che spaziale la mostra è divisa in tre parti: una selezione minima delle opere performative in cui il corpo è protagonista (Narciso 2004 Roma, Betweenthelegs 2010 Torino, Breraten 2015 Milano Accademia Brera).Tutto intorno, tra i sinuosi corridoi degli spazi di Azimut, cinque postazioni video presentano alcuni estratti da installazioni multimediali che toccano aspetti specifici del tema generale della mostra, con particolare riferimento al lavoro concettuale sulla memoria (Bye Bye Barbie 2008 Brescia/Shangai, Io solo ho occhi per te 2013 Firenze Biennale, After Bike 2013 Mondiale Ciclismo Firenze, Appunti Ungheresi 2015 Budapest/Berlino, Disfashion 2016 Iseo).
Si approda infine al corridoio di accesso della Sala Conferenze, spazi che Barbara dedica al suo ultimo lavoro con le opere in permanenza dal 27 ottobre 2017, presso gli Spedali Civili di Brescia, raccolte sotto il titolo “Io devo brillare”.
E’ in questa ultima destinazione del percorso di mostra che si affronta lo sviluppo del concetto di “corpo esteso” che l’artista individua nella Natura,”specchio dell’interiorità” umana, fonte di conforto e cura dell’anima.
I lavori provengo da collezioni private e dall’archivio dell’artista.

Il “dialogo feroce” tra bellezza e utilità è scandito dalle parole di Lucrezia De Domizio Durini che muovono, come sottolinea Barbara, da “un’urgenza tutta contemporanea di ridefinire i contorni di una nuova estetica e dal compito arduo dell’artista (o forse impossibile) di mediare la tensione tra questi due estremi”.
“Lasciata a se stessa l’arte sarebbe qualcosa di molto semplice, le sarebbe sufficiente essere bella. Ma quando è anche utile abbandona il ruolo che la limita ad essere bella per muoversi verso altri aspetti della vita, cosicché anche quando non siamo in sua presenza ha tuttavia il potere di influenzare le nostre azioni o le nostre reazioni all’ambiente e quindi al sociale. L’artista oggi può essere a servizio per un miglioramento dell’uomo e della società”. L.D.D.D.

Il catalogo in mostra “Be Beautiful” dedica maggiore spazio ai testi rispetto alle immagini dei lavori secondando una scelta dell’artista di creare una prima traccia per la scrittura di un libro. Le immagini diventano quasi didascaliche, come l’eco di un pensiero profondo che proviene dal dna letterario dell’artista e dalla sua grande passione per la scrittura, espressa da sempre in forma diaristica e di appunti di viaggio.

ARTE in AZIMUT è l’iniziativa espositiva organizzata da Azimut Wealth Management di Brescia per mettere in luce la qualità, la profondità e il valore delle collezioni del territorio bresciano. Arte in Azimut celebra lo straordinario patrimonio creativo locale come risorsa culturale unica, eterogenea e meravigliosamente articolata, mettendo in relazione i lavori attraverso un percorso tematico coerente. Artisti come Barbara Vistarini ci permettono di creare una mappatura di eccellenze artistiche operative sul territorio e all’estero, per valorizzarlo ed esserne valorizzati.
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